La generazione che vive al chiuso: il diritto a una casa sicura e salubre
Siamo la Indoor Generation: la generazione che, ancor prima che l’emergenza sanitaria ci costringesse a farlo, aveva già scelto di vivere in maniera diversa la propria casa. Oggi che il distanziamento sociale è necessario per spezzare la catena dei contagi, abbiamo scoperto tutte le mancanze dei nostri spazi casalinghi: l’edilizia tradizionale ha progettato case e interi quartieri che si sono dimostrati inadatti ad affrontare lunghi periodi di isolamento.
Nelle case in cui viviamo, i bambini non hanno lo spazio per giocare, gli adulti quello per lavorare e chi si ammala non può affrontare la degenza in maniera dignitosa. Occorre ripensare, al più presto e senza indugi, al nostro modo di vivere le case, gli uffici, i luoghi chiusi: occorre farlo ora, perché il futuro ci mette in guardia sulla probabile eventualità che le pandemie possono presentarsi sempre, inaspettatamente.
Le nostre case non sono alberghi: devono essere rifugi sicuri e confortevoli. Invece le abbiamo svuotate da ogni servizio: abbiamo proiettato ogni nostra attività al di fuori di esse. In un’interessante lettera aperta a Mattarella, un gruppo di lavoro composto dagli architetti Fuksas e lo studio fiorentino Archea, insieme a medici e informatici affronta questo delicato tema, proponendo un modello di abitare che fonde insieme il diritto alla salute, la dignità umana e il rispetto per l’ambiente.
Kit per il primo soccorso, un attacco per l’erogazione dell’ossigeno, tablet e connessioni stabili, collegamenti facilitati con una sanità sempre più diffusa sul territorio, presidi diffusi per la sanificazione dei luoghi. Ma anche spazi comuni per lo smart working e lo smart learning nei palazzi, oltre che nelle case, che possano essere riconvertiti in spazi per l’isolamento e l’assistenza dei malati, se necessario.
E, naturalmente, bisogna ripensare totalmente ai sistemi di areazione negli ambienti chiusi, dato che la maggior parte dei problemi legati alla diffusione di epidemie, allergie e malattie respiratorie sono causati anche «dal dissennato utilizzo del trattamento dell’aria».
Le proposte del team a guida Fuksas al Presidente della Repubblica prevedono un enorme sforzo a livello nazionale. Il nostro, è un Paese in cui da troppo tempo non si investe in tema di edilizia residenziale: c’è bisogno di volontà, di intraprendenza d’impresa e di una forte spinta all’innovazione, per fare in modo che un abitare dignitoso sia alla portata di tutti.
Montanari Costruzioni, da parte sua, ha già iniziato un percorso di cambiamento e di svolta edilizia. I nostri progetti sono tutti pensati per il benessere abitativo nel pieno e assoluto rispetto dell’ambiente: non possiamo pensare che il nostro benessere incida su quello delle generazioni future in modo negativo. Il 22 aprile è la Giornata della Terra: la nostra unica, meravigliosa grande casa. Il tetto sotto cui tutti noi viviamo e sotto il quale vivranno i figli e i figli nei nostri figli.
Rispettare la Terra significa rispettare l’umanità intera: costruire case accoglienti e salubri significa vivere a lungo, vivere bene, in armonia con le persone che ci circondano e con quelle che sono lontane da noi. Vivere in salute giova prima di tutto a noi stessi, e poi al resto del mondo: abbiamo la necessità di progettare le nostre case come luoghi che diffondono salute e benessere.
Montanari Costruzioni non può che farsi promotrice del messaggio di Fuksas e del suo gruppo di lavoro: nelle nostre Active House e Passive House, la salute gioca un ruolo fondamentale nel processo di progettazione: tutte le nostre case sono predisposte per i più avanzati sistemi di filtraggio dell’aria, così come di aree verdi, giardini, terrazzi e balconi.
Nelle nostre case ci sono spazi idonei al lavoro e allo studio: la fibra ottica è in grado di raggiungere ogni residenza che progettiamo, in modo da ridurre il divario informatico che rappresenta uno dei vicoli ciechi del nostro Paese.
La nostra capacità di progettare è senza confini: traendo ispirazione dalla lettera aperta a Mattarella, possiamo pensare di dotare le nostre residenze di tablet a parete per la telemedicina, di kit per il primo soccorso e di strumenti, come la lampada UV, per la sanificazione degli ambienti.
Vogliamo rendere la Terra più abitabile, perché è la nostra unica casa. Vogliamo rendere le nostre abitazioni dei rifugi sicuri, sani e accoglienti. È così che vogliamo contribuire a ridare speranza alle persone.